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Wall Street chiude in calo: tutti i settori S&P 500 in rosso, crolla Adobe, vola Intel

piscitellidaniel


Giovedì Wall Street è tornata a scendere, con i segnali rassicuranti sull'inflazione messi in ombra dai timori legati all'intensificarsi della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e il loro principale partner economico. C'è il rischio, infatti, che l'inasprimento delle tariffe possa riaccendere le pressioni inflazionistiche e spingere l'economia verso una recessione.


Una vendita diffusa ha colpito duramente tutti e tre i principali indici azionari statunitensi, con il Nasdaq particolarmente penalizzato dalle forti perdite nei titoli tecnologici e nelle big cap.


L'indice, forte componente tech, ha ceduto l'1,8%.


L'S&P 500 è vicino a una chiusura inferiore del 10% rispetto al record storico del 19 febbraio, soglia che segnerebbe ufficialmente l'inizio di una fase di correzione.


Il 6 marzo anche il Nasdaq ha confermato di trovarsi in correzione, chiudendo in calo del 10,4% rispetto al massimo storico raggiunto il 16 dicembre.


Nel frattempo, il Dow Jones Transportation, considerato un indicatore chiave dello stato di salute dell'economia americana è ora in calo di oltre il 19% rispetto al massimo storico del 25 novembre. Se la perdita superasse il 20%, l'indice entrerebbe ufficialmente in territorio di mercato ribassista.


Nell’ultimo capitolo della guerra commerciale multilaterale avviata da Trump, l’Unione Europea ha reagito ai dazi statunitensi su acciaio e alluminio imponendo una tariffa del 50% sul whisky americano. In risposta, il presidente ha minacciato su Truth Social di introdurre un dazio del 200% su vini e liquori europei.


Un sondaggio Reuters/Ipsos condotto l’11 e 12 marzo ha rivelato che il 57% degli americani considera troppo imprevedibili le misure economiche di Trump, mentre il 53% ritiene che la guerra dei dazi finirà per danneggiare più che aiutare l’economia.


Sul fronte macroeconomico, l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) pubblicato dal Dipartimento del Lavoro ha mostrato una dinamica in linea con i dati sull’inflazione al consumo (CPI) diffusi mercoledì. Entrambi hanno segnalato un raffreddamento più marcato del previsto, suggerendo che l’inflazione sta proseguendo, seppur lentamente, il suo cammino verso il target annuo del 2% fissato dalla Federal Reserve.


Anche il report settimanale sulle richieste di sussidi di disoccupazione ha mostrato un mercato del lavoro stabile, contribuendo a rafforzare l’idea che, almeno per ora, l’economia stia seguendo una traiettoria solida e controllata.


Nel frattempo, l’attenzione degli investitori era rivolta a Capitol Hill, dove il Congresso si stava affrettando per approvare una misura temporanea di spesa e scongiurare così una parziale chiusura del governo imminente.


Il Dow Jones Industrial Average è sceso di 530,21 punti, ovvero l'1,28%, a 40.820,92, l'S&P 500 ha perso 70,78 punti, ovvero l'1,26%, a 5.528,52 e il Nasdaq Composite ha perso 311,56 punti, ovvero l'1,76%, a 17.337,42.


Tutti e 11 i principali settori dell'S&P 500 chiuso hanno in calo, guidati dalle perdite più consistenti nei comparti dei servizi di comunicazione e dei beni di consumo discrezionali.


Intel (NASDAQ: INTC) ha guadagnato il 15,4% dopo aver annunciato la nomina di Lip-Bu Tan, veterano del settore dei semiconduttori, come nuovo amministratore delegato.


Al contrario, Adobe (NASDAQ: ADBE) ha perso il 12,8% a seguito di previsioni sui ricavi trimestrali che si sono rivelate in linea con le attese, deludendo le aspettative del mercato.


Dollar General (NYSE: DG), rivenditore specializzato in prodotti a basso costo, ha deluso con tempi deboli sulle vendite nei negozi comparabili, ma ha riportato risultati trimestrali superiori alle attese, spingendo il titolo in rialzo del 4,0%.


Al NYSE, i titoli in ribasso hanno nettamente superato quelli in rialzo con un rapporto di 2,87 a 1. Sono stati registrati 45 nuovi massimi e 255 nuovi minimi.


Sul Nasdaq, 1.116 titoli sono saliti contro 3.176 in calo, con un rapporto di 2,85 a 1 a favore dei ribassi.


Per quanto riguarda i nuovi livelli estremi, l'S&P 500 non ha segnato alcun nuovo massimo a 52 settimane, ma ha registrato 35 nuovi minimi. Il Nasdaq Composite, invece, ha contato 14 nuovi massimi e ben 261 nuovi minimi.




Fonte: investing.com

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