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Proposta di un'imposta del 2% sui miliardari per finanziare industria e difesa dell'Unione Europea

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L'Unione Europea sta valutando nuove strategie per finanziare la reindustrializzazione e il potenziamento della difesa comune. Una proposta significativa in tal senso è stata avanzata dall'economista Gabriel Zucman, direttore dell'Osservatorio Fiscale Europeo, che suggerisce l'introduzione di un'imposta minima del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro. Questa misura potrebbe generare entrate sostanziali per gli Stati membri, contribuendo a colmare le esigenze finanziarie in settori strategici.​


Dettagli della proposta

Secondo lo studio presentato da Zucman, un'imposta del 2% sui patrimoni dei 537 miliardari europei potrebbe raccogliere circa 67 miliardi di euro all'anno. Se l'aliquota fosse elevata al 3%, le entrate salirebbero a 121 miliardi di euro. In Italia, dove si contano 71 miliardari con patrimoni superiori a 100 milioni di euro, un'imposta del 2% potrebbe generare 8,3 miliardi di euro, mentre con un'aliquota del 3% le entrate raggiungerebbero i 15 miliardi di euro. 


Esigenze di finanziamento dell'UE

Il think tank europeo Bruegel stima che l'Unione Europea necessiti di ulteriori 250 miliardi di euro all'anno per soddisfare le esigenze di investimento nella difesa. Inoltre, il rapporto redatto da Mario Draghi sul futuro della competitività europea indica la necessità di investimenti annuali pari a 800 miliardi di euro per mantenere il passo con i concorrenti globali. Questi fondi sarebbero destinati alla reindustrializzazione, ai servizi pubblici essenziali, alla lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle disuguaglianze.


Confronto con la tassazione attuale

Attualmente, i miliardari europei pagano in media solo lo 0,2% del loro patrimonio in imposte. L'introduzione di un'imposta minima del 2% rappresenterebbe un incremento significativo, ma rimarrebbe inferiore al rendimento medio del capitale, che negli ultimi quattro decenni ha superato il 7% annuo al netto dell'inflazione. Questo suggerisce che la misura non inciderebbe negativamente sulla liquidità o sugli incentivi all'investimento dei grandi patrimoni. ​


Precedenti storici e dibattito attuale

Storicamente, in situazioni di conflitto o crisi, i governi europei hanno aumentato le imposte sui patrimoni elevati per finanziare le spese militari. Durante la Seconda Guerra Mondiale, sia la Francia che il Regno Unito introdussero tasse straordinarie sui ricchi per sostenere lo sforzo bellico. Oggi, la proposta di Zucman riporta in auge il dibattito sulla tassazione dei super-ricchi, tema che era stato marginalizzato durante gli anni di espansione della globalizzazione e del libero mercato. ​


Reazioni e prospettive future

La proposta sarà discussa al Simposio Fiscale dell'UE, co-organizzato dalla Commissione e dal Parlamento Europeo. Alcuni Paesi hanno già iniziato a considerare l'aumento della tassazione sui patrimoni elevati. In Francia, l'Assemblea Nazionale ha votato a favore di un'imposta temporanea sui grandi patrimoni, sebbene la misura debba ancora passare al Senato. In Germania, i socialdemocratici hanno proposto una tassa sui più ricchi. In Italia, esiste già una tassazione sui grandi patrimoni, rendendola l'unico Paese dell'Eurozona con una misura simile in vigore. ​


La proposta di un'imposta minima del 2% sui miliardari rappresenta una risposta concreta alle crescenti esigenze finanziarie dell'Unione Europea in settori chiave come la difesa e l'industria. Il dibattito che ne seguirà sarà cruciale per determinare l'efficacia e l'equità di tale misura nel contesto economico attuale.

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