L'Unione Europea sta affrontando sfide economiche e geopolitiche che richiedono soluzioni innovative per garantire la sua competitività e sicurezza. In questo contesto, l'economista Gabriel Zucman, direttore dell'Osservatorio Fiscale dell'UE, ha avanzato una proposta per introdurre un'imposta minima del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro. Questa misura potrebbe generare circa 67 miliardi di euro all'anno, destinati a finanziare la reindustrializzazione, la transizione energetica e le spese per la difesa dell'Unione Europea.
Contesto e necessità di finanziamento
Secondo il centro studi Bruegel, l'UE necessita di ulteriori 250 miliardi di euro all'anno per soddisfare le esigenze di investimento nel settore della difesa. Inoltre, il rapporto elaborato da Mario Draghi sul futuro della competitività europea stima che siano necessari 800 miliardi di euro annuali per mantenere il passo con i concorrenti globali in termini di reindustrializzazione, servizi pubblici, lotta al cambiamento climatico e riduzione delle disuguaglianze.
La Commissione Europea ha già proposto strumenti come prestiti per 150 miliardi di euro e l'allentamento delle norme sul deficit per le spese di difesa, nell'ambito del piano "ReArm Europe". Tuttavia, esiste ancora un significativo divario finanziario che richiede risorse aggiuntive sia a livello nazionale che europeo.
Dettagli della proposta di Zucman
Lo studio presentato da Gabriel Zucman, insieme a Quentin Parrinello e Giulia Varaschin dell'Osservatorio Fiscale dell'UE, evidenzia che un'imposta minima del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro potrebbe raccogliere 67 miliardi di euro all'anno. Se l'aliquota fosse elevata al 3%, le entrate salirebbero a 121 miliardi di euro, coprendo quasi la metà delle esigenze di investimento per la difesa dell'UE.
Distribuzione della ricchezza nell'UE
Nell'Unione Europea si contano 537 individui con patrimoni superiori ai 100 milioni di euro. In Italia, sono 71 le persone che rientrano in questa categoria. Applicando un'imposta del 2%, l'Italia potrebbe generare 8,3 miliardi di euro all'anno, mentre con un'aliquota del 3% le entrate salirebbero a 15 miliardi di euro.
Effetti sull'economia e precedenti storici
Secondo lo studio, l'imposta proposta non dovrebbe causare problemi di liquidità per i contribuenti interessati, poiché il 2% è significativamente inferiore al rendimento medio del capitale dei maggiori patrimoni, che ha superato il 7% annuo nelle ultime quattro decadi, al netto dell'inflazione. Inoltre, si prevede che l'imposta sia deducibile dall'IRPEF, garantendo che solo i contribuenti estremamente ricchi che attualmente pagano imposte insufficienti siano soggetti a questa nuova tassa.
Storicamente, in situazioni di conflitto o crisi, i governi europei hanno finanziato l'aumento delle spese per la difesa attraverso una combinazione di debito pubblico e aumenti delle imposte sui patrimoni elevati. Durante la Seconda Guerra Mondiale, sia la Francia che il Regno Unito introdussero imposte straordinarie sui ricchi per sostenere gli sforzi bellici.
Discussioni a livello europeo
La proposta di Zucman sarà discussa al Simposio Fiscale dell'UE, co-organizzato dalla Commissione e dal Parlamento Europeo. Alcuni Paesi membri stanno già valutando l'idea di aumentare la tassazione sui più ricchi. Ad esempio, l'Assemblea francese ha votato a favore di un'imposta temporanea sui patrimoni più alti, sebbene sia improbabile che passi al Senato. In Germania, i socialdemocratici hanno proposto una tassa sui più ricchi, mentre in Spagna esiste già una tassazione sui grandi patrimoni, rendendola l'unico Paese della zona euro con una misura simile.
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