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Orsini: vigilare sul mercato del gas per evitare speculazioni e promuovere un'Europa unita sui dazi

piscitellidaniel

In un contesto economico globale caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e volatilità dei mercati energetici, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha lanciato un appello per una maggiore vigilanza sul mercato del gas al fine di prevenire fenomeni speculativi e ha sottolineato l'importanza di un'Europa coesa nell'affrontare le sfide legate ai dazi imposti dagli Stati Uniti.​


La necessità di vigilare sui mercati energetici

Durante un recente convegno sull'economia circolare tenutosi al Parlamento europeo, Orsini ha evidenziato l'urgenza di monitorare attentamente i mercati del gas naturale e delle quote di emissione per evitare speculazioni che potrebbero destabilizzare l'economia europea. Ha fatto riferimento al Title Transfer Facility (TTF), l'indice di borsa del gas naturale nel mercato olandese, e al sistema di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra dell'Unione Europea (ETS), sottolineando la necessità di "accendere una luce sulle speculazioni" per prevenire crisi simili a quella finanziaria del 2008, originata dai futures immobiliari. 


L'importanza di un'Europa unita di fronte ai dazi statunitensi

Orsini ha espresso preoccupazione per i dazi annunciati dagli Stati Uniti, sottolineando l'importanza per l'Europa di presentarsi compatta nelle negoziazioni commerciali. Ha ricordato che l'Italia è il quarto paese esportatore al mondo, con un valore di esportazioni che supera i 626 miliardi di euro, e che una frammentazione delle posizioni europee potrebbe indebolire la capacità di risposta dell'Unione. Ha inoltre evidenziato come, oltre ai dazi, esistano normative che possono rappresentare ostacoli ancora più significativi per le produzioni europee, rendendo fondamentale il rispetto del principio di neutralità tecnologica per mantenere la competitività dell'industria europea. 


Il principio di neutralità tecnologica e la competitività europea

Il presidente di Confindustria ha ribadito l'importanza del principio di neutralità tecnologica, evidenziando come l'Italia sia diventata leader nel riciclo grazie all'assenza di vincoli sull'uso delle tecnologie. Ha avvertito che l'imposizione di restrizioni tecnologiche potrebbe compromettere la competitività dei settori industriali europei, sottolineando la necessità di adottare politiche che permettano a ogni settore di scegliere le soluzioni più adatte per affrontare le sfide attuali. 


La risposta dell'Unione Europea alle tensioni commerciali

In risposta alle misure protezionistiche degli Stati Uniti, esponenti delle istituzioni europee e italiane hanno sottolineato la necessità di una reazione unitaria e decisa. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha affermato che "l'Europa si deve muovere in maniera coesa" e che l'Italia sta lavorando per instaurare un dialogo costruttivo con gli Stati Uniti, al fine di evitare l'escalation delle tensioni commerciali.


L'impatto dei dazi sull'agroalimentare italiano

Il settore agroalimentare italiano è particolarmente preoccupato per l'introduzione dei dazi statunitensi. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha espresso forte preoccupazione, sottolineando che gli Stati Uniti rappresentano uno dei principali mercati per l'export agroalimentare italiano, con un valore superiore ai 7 miliardi di euro. L'introduzione di un dazio del 25% potrebbe comportare una perdita di almeno 1,5 miliardi di euro, colpendo duramente un settore già provato da altre sfide. 


La necessità di misure straordinarie

Orsini ha descritto la situazione attuale come "un'ora buia" per l'Europa, evidenziando che le misure adottate dagli Stati Uniti rappresentano un attacco diretto alle imprese e al lavoro europei, con l'obiettivo di deindustrializzare il continente. Ha quindi invocato l'adozione di misure straordinarie per affrontare questa fase critica, sottolineando l'urgenza di una risposta coordinata e decisa da parte dell'Unione Europea per tutelare le proprie imprese e i livelli occupazionali.

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