Il tema della mobilità lavorativa e salariale emerge con forza da un recente sondaggio condotto da Indeed, che ha coinvolto mille lavoratori italiani. La ricerca evidenzia come l’aumento di stipendio sia la principale leva per il cambiamento professionale, specialmente tra i giovani. Il 45% degli intervistati si sente sottopagato, e il 10% avverte un divario significativo rispetto alle aspettative. Questo sentimento è amplificato dal desiderio di autonomia economica, in un contesto in cui il supporto familiare rimane cruciale per molti.
Il sondaggio rivela che il 31% dei lavoratori riceve regolarmente aiuti dalla famiglia per gestire le spese essenziali, una percentuale che sale al 58% nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni. Questa dipendenza economica diminuisce con l’età, ma rimane un indicatore delle difficoltà economiche che molti affrontano, soprattutto a fronte dell’aumento del costo della vita. Gianluca Bonacchi, esperto di strategie lavorative di Indeed, sottolinea come questi dati riflettano un mercato del lavoro in cui lo stipendio non può più essere considerato un fattore secondario.
La disponibilità a trasferirsi per migliorare la propria posizione economica è un altro tema chiave. Il 58% dei lavoratori è disposto a spostarsi all’interno dell’Italia, mentre il 44% si dichiara pronto ad andare all’estero. Tra i più giovani, nella fascia 18-24 anni, il 61% considera l’opzione di un trasferimento internazionale, un dato che le aziende italiane non possono ignorare. Per trattenere i talenti, è fondamentale offrire retribuzioni competitive e adeguate al costo della vita.
Le aziende devono rispondere a queste esigenze adottando strategie innovative. Oltre agli stipendi, fattori come la sicurezza lavorativa, l’equilibrio tra vita privata e professionale e le opportunità di crescita sono essenziali per attrarre e trattenere i lavoratori. Tuttavia, in un mercato sempre più competitivo, offrire salari equi rimane il primo passo per affrontare la sfida del futuro del lavoro.
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