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Luca Brivio

La crisi della produzione industriale: un calo ininterrotto da 21 mesi


L’industria italiana continua a registrare una crisi prolungata, con 21 mesi consecutivi di calo della produzione industriale. L’ultimo segno positivo risale a gennaio 2023, segnando un momento critico per il settore manifatturiero. Inizialmente considerato un aggiustamento fisiologico dopo i picchi di crescita precedenti, il calo si è rivelato persistente, portando l’utilizzo della capacità produttiva al 75%, il livello più basso degli ultimi quattro anni.

Auto e moda tra i settori più colpiti

I settori dell’automobile e della moda emergono come i principali punti deboli in questa fase di contrazione. Tuttavia, la crisi è diffusa e coinvolge in modo corale l’intero comparto manifatturiero. L’impatto è amplificato dalla combinazione di fattori esterni, come l’aumento dei costi delle materie prime e la crescente competizione internazionale, soprattutto da parte di paesi come la Cina.

Il contesto internazionale

A livello globale, il settore industriale affronta sfide simili, con molte economie che faticano a mantenere una crescita stabile. In particolare, la Cina, pur essendo un importante esportatore, mostra segni di rallentamento economico che influenzano negativamente il commercio internazionale. Anche l’Europa risente di tensioni geopolitiche e di una domanda interna non sufficiente a sostenere una ripresa significativa.

Prospettive e interventi necessari

Per invertire questa tendenza negativa, è necessario un intervento coordinato che includa incentivi per modernizzare le infrastrutture produttive, politiche di sostegno all’innovazione e programmi di formazione per riqualificare la forza lavoro. La riduzione delle incertezze politiche e un quadro normativo più favorevole potrebbero rappresentare leve strategiche per stimolare una ripresa del settore.

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