L’ultimo rapporto dell’Istat ha rilevato che l’inflazione in Italia nel mese di febbraio 2025 ha registrato un incremento dell’1,6% su base annua, in leggero aumento rispetto all’1,5% di gennaio. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente, evidenziando un’accelerazione moderata della dinamica inflazionistica nel Paese.
I principali fattori che hanno determinato questa variazione sono stati l’aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, la riduzione della flessione dei beni energetici non regolamentati e la crescita dei prezzi dei beni alimentari, sia lavorati che non lavorati.
Andamento dei prezzi dei beni energetici
L’inflazione di febbraio è stata influenzata in maniera significativa dalla componente energetica. I prezzi degli energetici regolamentati hanno mostrato una forte accelerazione, passando da un incremento del 27,5% registrato a gennaio al +31,5% di febbraio. Questo aumento ha avuto un impatto diretto sulle spese delle famiglie, contribuendo all’innalzamento dell’indice generale dei prezzi al consumo.
I beni energetici non regolamentati hanno invece ridotto la loro flessione, passando da un -3,0% a gennaio a un -1,9% a febbraio. La minore diminuzione di questa componente ha quindi contribuito a stabilizzare l’inflazione complessiva, attenuando in parte l’effetto positivo del calo dei prezzi delle materie prime registrato nei mesi precedenti.
Dinamiche dei prezzi alimentari
I prezzi dei beni alimentari hanno avuto un ruolo rilevante nella crescita dell’inflazione. I beni alimentari non lavorati hanno registrato un incremento del 2,9% su base annua, rispetto al 2,2% di gennaio, segnando un’accelerazione della crescita dei prezzi di frutta, verdura e altri prodotti freschi.
I beni alimentari lavorati hanno mostrato una tendenza simile, passando da un aumento dell’1,7% a gennaio a un +2,2% nel mese di febbraio. Questa crescita è stata trainata in particolare dai rincari dei prodotti confezionati e delle materie prime utilizzate nell’industria alimentare.
Inflazione di fondo e carrello della spesa
L’inflazione di fondo, che esclude le componenti più volatili come i beni energetici e gli alimentari freschi, è rimasta stabile all’1,8%, mantenendo lo stesso livello di gennaio.
Il cosiddetto "carrello della spesa", che include i beni alimentari e i prodotti per la cura della casa e della persona, ha registrato un aumento del 2,0% su base annua, in accelerazione rispetto al +1,7% di gennaio. Questo incremento ha influenzato direttamente il costo della vita delle famiglie italiane, con un impatto maggiore sui nuclei con redditi medio-bassi.
Indice armonizzato dei prezzi al consumo e inflazione acquisita
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che permette di confrontare l’inflazione tra i vari Paesi europei, ha segnato un incremento dell’1,7% su base annua a febbraio, rimanendo in linea con il dato registrato a gennaio.
L’inflazione acquisita per il 2025, ossia la variazione media che si registrerebbe se i prezzi rimanessero invariati nei mesi successivi, è stata calcolata dall’Istat al +1,1% per l’indice generale e al +0,6% per l’inflazione di fondo. Questi dati indicano un trend stabile nel breve periodo, con possibili oscillazioni determinate da fattori esterni come l’andamento dei prezzi energetici e le dinamiche della domanda interna.
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