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Luca Baj

Gazprom chiude la fornitura di gas alla Moldova


Gazprom, il colosso energetico russo, ha annunciato che interromperà le forniture di gas alla Moldavia a partire dal 1º gennaio 2025, citando violazioni contrattuali e il mancato pagamento di un presunto debito di 709 milioni di dollari.


La Moldavia, che dipende in larga misura dal gas russo per il suo fabbisogno energetico, contesta l’entità del debito, sostenendo che, secondo audit indipendenti, esso ammonta a circa 8,6 milioni di dollari. Il primo ministro moldavo, Dorin Recean, ha accusato Mosca di utilizzare le forniture energetiche come arma politica, dichiarando che il governo non riconosce il debito indicato da Gazprom, invalidato da un audit internazionale.


L’interruzione delle forniture avrà un impatto significativo sulla centrale elettrica di Kuciurgan, la più grande del paese, situata nella regione separatista filorussa della Transnistria. Questa centrale, che utilizza gas per la produzione di elettricità, fornisce energia a una parte significativa della Moldavia. La sua inattività potrebbe portare a gravi interruzioni di corrente in tutto il paese.


In risposta alla crisi imminente, il parlamento moldavo ha dichiarato lo stato di emergenza nel settore energetico per 60 giorni a partire dal 16 dicembre 2024, al fine di affrontare i rischi legati all’interruzione delle forniture di gas. Il governo ha inoltre introdotto misure per ridurre il consumo energetico, tra cui la limitazione dell’illuminazione in edifici pubblici e commerciali e l’operatività delle aziende ad alto consumo energetico durante le ore non di punta.


La Moldavia sta cercando di diversificare le sue fonti energetiche per ridurre la dipendenza dal gas russo. Il governo ha avviato negoziati per ottenere forniture alternative attraverso il gasdotto TurkStream, che attraversa Turchia, Bulgaria e Romania. Tuttavia, Gazprom ha finora rifiutato questa opzione, insistendo sul pagamento del debito pregresso.


La regione separatista della Transnistria, che riceve gas russo attraverso l’Ucraina, potrebbe affrontare una crisi umanitaria a causa dell’interruzione delle forniture. Le autorità locali hanno dichiarato lo stato di emergenza e stanno preparando misure per affrontare la carenza energetica.


Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra la Russia e i paesi europei riguardo all’uso dell’energia come leva politica. Dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, la Russia ha ridotto significativamente le forniture di gas all’Europa, portando i paesi europei a cercare fonti alternative e a implementare misure per ridurre il consumo energetico.


La Moldavia, con una popolazione di circa 2,5 milioni di persone, sta affrontando una sfida significativa nel garantire l’approvvigionamento energetico durante i mesi invernali. Il governo ha dichiarato di essere pronto a gestire la situazione e sta valutando opzioni legali, inclusa l’arbitrato internazionale, per proteggere gli interessi nazionali.


La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della crisi energetica in Moldavia, riconoscendo le implicazioni più ampie per la sicurezza energetica e la stabilità nella regione. La situazione evidenzia l’importanza di diversificare le fonti energetiche e di ridurre la dipendenza da fornitori monopolistici per garantire la sicurezza energetica nazionale.

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