top of page

Gaza: ospedali al collasso tra emergenza sanitaria e carenza di risorse

piscitellidaniel

La crisi sanitaria nella Striscia di Gaza ha raggiunto livelli critici, con ospedali sovraffollati, carenza di personale medico e mancanza di forniture essenziali. Gli attacchi incessanti e la distruzione delle infrastrutture hanno portato il sistema sanitario locale al collasso, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone. I medici sul campo denunciano una situazione drammatica, con pazienti lasciati senza cure adeguate, interventi chirurgici eseguiti senza anestesia e una totale impossibilità di far fronte al crescente numero di feriti.


Secondo Medici Senza Frontiere (MSF), la situazione negli ospedali è fuori controllo. I corridoi sono pieni di feriti in attesa di cure, mentre il personale medico è costretto a lavorare senza sosta, con strumenti limitati e senza possibilità di far arrivare nuovi rifornimenti. Il dottor Mohammad Qishta, chirurgo dell’ospedale Nasser, ha descritto il caos che si vive nei pronto soccorso: "Il nostro pronto soccorso è in condizioni disastrose. Abbiamo corpi e parti di corpi, per lo più bambini e donne. C'è molta confusione tra la popolazione. Alcuni sono corsi in ospedale solo per proteggersi. Noi medici abbiamo pianto per l’intensità e la difficoltà della situazione. Ci sono casi gravi: ustioni, amputazioni, ferite alla testa e al torace".


Le strutture sanitarie della Striscia di Gaza, già provate da anni di conflitto e isolamento economico, non erano preparate a gestire un numero così elevato di pazienti. Molti ospedali sono stati colpiti direttamente dai bombardamenti, con danni irreparabili a reparti chirurgici e unità di terapia intensiva. La carenza di elettricità complica ulteriormente la situazione, con generatori di emergenza che funzionano a intermittenza a causa della mancanza di carburante. Alcuni ospedali hanno dovuto interrompere interventi chirurgici e cure essenziali, costringendo i medici a scegliere chi salvare e chi lasciare morire.


La mancanza di farmaci e attrezzature mediche sta aggravando la crisi. Gli anestetici scarseggiano, costringendo i chirurghi a operare senza sedazione. Le bende e i materiali di sutura stanno per esaurirsi, e la carenza di antibiotici sta causando infezioni potenzialmente letali tra i feriti. I reparti pediatrici sono particolarmente colpiti: migliaia di neonati e bambini non ricevono cure adeguate, con gravi rischi per la loro sopravvivenza.


L’accesso agli ospedali è diventato estremamente difficile per i civili. Le strade distrutte e i bombardamenti continui rendono quasi impossibile raggiungere le strutture sanitarie, lasciando molti feriti intrappolati nelle macerie delle loro case. Le ambulanze non riescono a muoversi rapidamente, e molti pazienti arrivano in ospedale troppo tardi per essere salvati.


Le organizzazioni umanitarie continuano a chiedere un immediato cessate il fuoco per permettere la consegna di aiuti e l’evacuazione dei feriti più gravi. Tuttavia, i blocchi ai valichi di frontiera e le restrizioni sulle forniture sanitarie impediscono un flusso adeguato di aiuti. Solo una piccola parte delle richieste di ingresso di materiale medico è stata approvata, lasciando la maggior parte delle strutture ospedaliere senza risorse sufficienti.


Le condizioni igienico-sanitarie nei campi profughi e nei rifugi improvvisati stanno peggiorando rapidamente. La carenza di acqua potabile e la distruzione delle reti fognarie stanno favorendo la diffusione di malattie infettive come diarrea, epatite A e infezioni respiratorie. Senza misure di contenimento, il rischio di epidemie diventa sempre più concreto, mettendo a rischio l’intera popolazione della Striscia.


Il personale medico è allo stremo. Molti operatori sanitari sono morti nei bombardamenti, mentre chi è rimasto lavora in condizioni disumane, senza poter riposare e senza il supporto necessario. La fatica e il trauma psicologico stanno mettendo a dura prova la resistenza degli operatori sanitari, che continuano a curare i feriti con risorse sempre più limitate.


La comunità internazionale ha chiesto più volte di garantire corridoi umanitari sicuri per l’evacuazione dei feriti e la consegna di aiuti sanitari. Tuttavia, gli sforzi diplomatici per ottenere una tregua umanitaria non hanno ancora portato a risultati concreti. Senza un intervento immediato, la crisi sanitaria rischia di trasformarsi in una catastrofe ancora più grande.

Post correlati

Mostra tutti

Comments


pubblicità Collitude.jpg
pubblicità Art Ingenera.jpg
pubblicità EXTRA.jpg
pubblicità Carazita.jpg
bottom of page