La rivoluzione innescata dalla pandemia, com’è noto, ha sovvertito anche le regole del mondo della scuola. Dalla primavera del 2020 fino alla conclusione dell’anno scolastico in corso, a farla da padrone in questo senso è stato un fenomeno riassumibile nella formula Didattica a distanza, un metodo pedagogico con cui hanno dovuto convivere milioni di studenti, genitori, insegnanti, famiglie. L’obiettivo del rientro in aula è un traguardo fissato per il prossimo anno, ma l’invasione del digitale nella sfera dell’insegnamento avvenuta negli ultimi mesi non è destinata a sparire. I due sistemi possono convivere. Centrale, nel nuovo metodo da affiancare all’insegnamento tradizionale una volta terminata l’emergenza sanitaria, è la presenza delle piattaforme che rendono tecnicamente possibile l’esperienza. Un mercato in cui si sono inseriti giganti dell’informatica come Google e Microsoft, ma anche startup partite da una posizione decisamente più in sordina rispetto ai colossi della Silicon Valley, riuscendo tuttavia a conquistare una posizione di assoluta centralità. È il caso di WeSchool, piattaforma italiana nata dall’intuizione di Marco De Rossi, trentenne affascinato dall’universo digitale sin da ragazzo. Ha spiegato, recentemente, lo stesso De Rossi: “Un fatto è la didattica a distanza, che speriamo non torni più, e un fatto è la didattica blended. Adesso molti professori dicono che quanto accaduto durante il lockdown è stata una parentesi, trovando sponda nelle famiglie. Certo, quell’esperienza ha avuto tanti limiti, perché spesso è stata fatta senza strumenti e competenze adeguate. Ma non si può tornare indietro. Bisogna pensare a una scuola diversa, a una didattica integrata, perché la vera innovazione non è nelle tecnologie utilizzate ma nella metodologia di insegnamento e con WeSchool lavoreremo per accompagnare i docenti in questo percorso”. La piattaforma, fondata nel 2016 – e quindi in un momento in cui la pandemia non era certo considerato un fattore possibile – conta 1,7 milioni di utenti registrati e permette ai docenti di condividere materiali e video, fare esercizi, discutere con gli studenti e innovare la didattica in aula con lavori di gruppo, test istantanei e con metodologie come la classe capovolta o il teach-to-learn, in cui sono gli studenti – supportati dai docenti – ad essere al centro del processo di apprendimento. Durante il lockdown la piattaforma, unica italiana tra le tre indicate sul sito del Ministero dell’Istruzione, è stata utilizzata per la didattica a distanza, permettendo a più di un milione di utenti attivi ogni giorno da smartphone o da computer di non interrompere la continuità didattica. Il successo ottenuto sul campo ha portato la startup fondata da Marco De Rossi a chiudere nello scorso agosto un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro sottoscritto da P101, lead investor con i fondi P102 e Italia 500 – Azimut, TIM Ventures, CDP Venture Capital Sgr, Club Digitale e Club Italia Investimenti 2. E l’orizzonte del ritorno alla normalità, vale a dire il rientro in aula della popolazione studentesca, grande obiettivo dei prossimi mesi, non porta WeSchoool ad arretrare sul fronte dell’innovazione e della programmazione. Basta pensare al progetto nazionale Obiettivo Sostenibilità Scuole, lanciato da pochi giorni e patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica e realizzato da Itelyum, player nazionale per l’economia circolare, assieme proprio a WeSchool. Obiettivo Sostenibilità Scuole vuole portare nelle scuole secondarie di I e II grado i concetti e le pratiche dell’economia circolare, dell’innovazione digitale, ma anche dell’inclusione e della biodiversità. Grazie alla partnership con WeSchool diventa possibile mettere in pratica una didattica innovativa su questi temi fondamentali, utilizzando strumenti e linguaggi adeguati. Sul portale educativo è già disponibile un piano di lezioni e di attività da seguire, a disposizione di ogni classe. Si tratta di un percorso che comincia dalle scuole, ma che ha l’ambizione di contribuire allo sviluppo di società più eque e sostenibili.Tante, inoltre, le opportunità per la formazione del personale docente: a partire da Nuovi Docenti Digitali, il corso gratuito, realizzato insieme a TIM nell’ambito di “Operazione Risorgimento Digitale, che propone pillole strategiche di teoria e moltissimi spunti pratici per coinvolgere la classe usando strumenti digitali e metodologie didattiche innovative: dalla progettazione alla valutazione, dal Debate all’inclusione, passando per la Flipped Classroom e l’Apprendimento Cooperativo. Ma non solo: con un omaggio alla popolare e quasi omonima serie TV, La Scuola di Carta è il primo corso di formazione docenti per innovare la scuola senza il digitale, grazie ai consigli del “Professore”. «Siamo convinti che l’ingrediente indispensabile per una scuola efficace non sia la tecnologia, ma la regia del docente e le metodologie che sceglie per coinvolgere i propri ragazzi, con o senza strumenti digitali» afferma Federica Leotta, Head of Education di WeSchool.
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