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Luca Baj

Chiusure della settimana in Borsa




Mercati Statunitensi


Negli Stati Uniti, i principali indici azionari hanno chiuso in ribasso. Il Dow Jones Industrial Average ha perso lo 0,84%, l’S&P 500 ha ceduto lo 0,77% e il Nasdaq Composite è sceso dello 0,95%. Questa flessione è stata attribuita ai dati sull’occupazione, che hanno mostrato la creazione di 256.000 nuovi posti di lavoro a dicembre, superando le previsioni di 155.000. Un mercato del lavoro così robusto ha alimentato le speculazioni che la Fed possa mantenere una politica monetaria restrittiva più a lungo del previsto, influenzando negativamente il sentiment degli investitori.


Mercati Europei


Le borse europee hanno seguito la tendenza negativa. A Milano, l’indice FTSE MIB ha chiuso in calo dello 0,6%, dopo aver toccato i massimi intraday oltre i 35.400 punti, il livello più alto dal 2008. Anche le altre principali piazze europee hanno registrato ribassi:

Londra: l’indice FTSE 100 ha perso lo 0,5%.

Francoforte: il DAX è sceso dello 0,7%.

Parigi: il CAC 40 ha registrato una flessione dello 0,6%.


In Italia, il settore bancario ha mostrato performance contrastanti. Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha registrato un leggero incremento dello 0,2%, sostenuto dall’aumento della quota di Delfin al 9,78%. Banco BPM (+0,7%), Popolare di Sondrio (+0,67%) e Intesa Sanpaolo (+0,55%) hanno chiuso in rialzo, mentre Unicredit ha perso l’1,3%. Leonardo ha guidato i rialzi con un incremento dell’1,4%, spinto dalla possibile partnership con Baykar sui droni e da un report positivo di Bank of America, che ha alzato il target price a 35 euro.


Mercati Asiatici


I mercati asiatici hanno mostrato segnali di difficoltà, influenzati dalle politiche monetarie statunitensi e dall’aumento dei tassi di interesse. In Giappone, l’indice Nikkei 225 ha chiuso in calo dello 0,9%, mentre in Cina, l’Hang Seng di Hong Kong ha registrato una flessione dell’1,2%. Le preoccupazioni per una possibile stretta monetaria negli Stati Uniti hanno avuto ripercussioni anche sui mercati emergenti, con vendite diffuse su diversi settori.


Mercato Obbligazionario


Il mercato obbligazionario ha visto un aumento dei rendimenti, con il Treasury a 10 anni statunitense che ha raggiunto il 3,5%, riflettendo le aspettative di tassi di interesse più alti per un periodo prolungato. Questo ha esercitato ulteriore pressione sui titoli azionari, in particolare su quelli del settore tecnologico, più sensibili alle variazioni dei tassi.


Valute e Materie Prime


Sul fronte valutario, il dollaro si è rafforzato rispetto alle principali valute, con l’euro che è sceso a 1,08 dollari. Le materie prime hanno registrato movimenti misti: il petrolio Brent è sceso dello 0,5%, attestandosi a 79 dollari al barile, mentre l’oro ha guadagnato lo 0,3%, raggiungendo i 1.850 dollari l’oncia, beneficiando della sua natura di bene rifugio in periodi di incertezza.

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