top of page

Al Tavolo Auto il piano da 2,5 miliardi: fuori gli ecobonus, entra il credito d’imposta

piscitellidaniel

Il 14 marzo 2025 si è tenuto un importante incontro tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, rappresentato dal ministro Adolfo Urso, e le principali associazioni del settore automobilistico, tra cui ANFIA, Federauto e sindacati di categoria. L'obiettivo del Tavolo Auto era delineare le strategie future per sostenere la filiera dell'automotive italiana, in un contesto di transizione verso la mobilità sostenibile e di sfide economiche globali.


Le misure previste nel piano triennale

Durante l'incontro, il ministro Urso ha annunciato un piano di investimenti pari a 2,5 miliardi di euro per il triennio 2025-2027, con una disponibilità di 1,6 miliardi già nel 2025. Questo incremento rispetto alle previsioni iniziali è stato reso possibile grazie alla rinuncia di Stellantis ai contratti di sviluppo precedentemente negoziati e all'utilizzo di avanzi delle campagne Ecobonus degli anni 2023 e 2024. 


Le risorse saranno così ripartite:​

  • Accordi per l'innovazione: circa 1 miliardo di euro destinati a sostenere progetti innovativi nel settore automobilistico e in altre filiere strategiche.​

  • Contratti di sviluppo: 870 milioni di euro per supportare programmi di crescita industriale, con una particolare attenzione alla diversificazione produttiva verso settori ad alto potenziale, come la difesa, l'aerospazio, l'economia blu e la cybersicurezza.​

  • Mini contratti di sviluppo: 220 milioni di euro per favorire progetti di piccole e medie imprese, incentivando l'adozione di nuove tecnologie e processi produttivi avanzati.​

  • Credito d'imposta per ricerca e innovazione: 200 milioni di euro per introdurre un credito d'imposta dedicato alle spese in ricerca e sviluppo nel settore automotive, una misura fortemente richiesta dalle imprese dell'indotto e dall'ANFIA.​


La fine dell'Ecobonus nazionale e l'appello all'Unione Europea

Una delle novità più rilevanti emerse dal Tavolo Auto è la decisione del governo di non rinnovare l'Ecobonus a livello nazionale. Il ministro Urso ha definito la misura "inefficace su scala nazionale" e ha sottolineato la necessità di un intervento coordinato a livello europeo. In questo contesto, l'Italia ha avanzato una proposta all'Unione Europea per l'istituzione di un piano di incentivi alla domanda valido in tutti gli Stati membri, al fine di sostenere in modo omogeneo e costante l'acquisto di veicoli ecologicamente sostenibili, non necessariamente elettrici. 


Le reazioni delle associazioni di categoria e dei sindacati

Le associazioni di categoria e i sindacati hanno accolto con favore l'introduzione del credito d'imposta per la ricerca e l'innovazione, riconoscendo l'importanza di sostenere le imprese nella transizione tecnologica. Tuttavia, permangono preoccupazioni riguardo alla fine dell'Ecobonus nazionale e all'effettiva capacità dell'Unione Europea di implementare un piano di incentivi alla domanda in tempi brevi. I rappresentanti dei lavoratori hanno inoltre evidenziato la necessità di garantire la salvaguardia dell'occupazione nel settore, attraverso politiche attive del lavoro e programmi di formazione professionale mirati.


Il contesto internazionale e le sfide per l'industria automobilistica italiana

L'industria automobilistica italiana si trova ad affrontare sfide significative in un contesto internazionale caratterizzato da una crescente competizione e dalla transizione verso la mobilità sostenibile. La necessità di ridurre le emissioni di CO₂ e di rispettare gli obiettivi climatici impone alle case automobilistiche di investire in nuove tecnologie, come i veicoli elettrici e ibridi plug-in. Tuttavia, la domanda di veicoli a basse emissioni in Italia è ancora limitata, anche a causa di un'infrastruttura di ricarica non ancora capillarmente diffusa e di costi di acquisto elevati per i consumatori. 


Il ruolo delle istituzioni europee nella transizione verde

La decisione del governo italiano di sollecitare un intervento dell'Unione Europea per sostenere la domanda di veicoli ecologicamente sostenibili evidenzia l'importanza di una strategia comune a livello continentale. Un piano di incentivi coordinato potrebbe evitare distorsioni del mercato interno e garantire parità di condizioni per le imprese dei diversi Stati membri. Inoltre, un approccio europeo potrebbe favorire lo sviluppo di standard comuni e l'implementazione di infrastrutture condivise, come le reti di ricarica per i veicoli elettrici, facilitando la transizione verso una mobilità più sostenibile.

Post correlati

Mostra tutti

Comentarios


pubblicità Collitude.jpg
pubblicità Art Ingenera.jpg
pubblicità EXTRA.jpg
pubblicità Carazita.jpg
bottom of page